Festività ortodosse - 25 dicembre - Natale del signore
Per la maggior parte degli ortodossi – il patriarcato di Mosca, Serbia, Ucraina, Bielorussia, Georgia, Macedonia, Montenegro – le festività natalizie cadono il 6 gennaio (la Vigilia) e il 7 gennaio (la Natività). La differenza è causata dal calendario giuliano utilizzato dalla Chiesa ortodossa. Il patriarcato ecumenico di Costantinopoli (comprendente la Grecia), la Chiesa ortodossa bulgara e quella romena, però, celebrano le festività il 24 e il 25 dicembre. Sono dunque giorni di festa in molti Paesi d’Europa.
Il modo ortodosso è diverso da quello cattolico. Nel mondo cattolico non ci sono fedeli spagnoli, francesi, italiani, mentre nel mondo ortodosso ci sono fedeli armeni, copti, greci, rumeni, russi e serbi.
Il Natale viene festeggiato dalle differenti tradizioni in giorni diversi a seconda di quale calendario sia stato adottato dalla liturgia. I greci e i rumeni, che usano il calendario gregoriano come i cattolici, festeggiano il Natale il 25 dicembre, mentre gli slavi festeggiano il 7 gennaio perché seguono il calendario giuliano.
A questo si aggiungono cambiamenti specifici: per esempio, in Grecia non si addobba l’albero e Babbo Natale non esiste. In generale i regali si ricevono il Primo di gennaio e li porta San Basilio».
Il primo giorno in cui si iniziano i riti è il 24 dicembre. I bambini ortodossi escono dalle loro case travestiti e vanno di portone in portone a raccogliere dolci. Ogni bimbo ha un martello di legno che usa per bussare alla porta e poi canta una canzone nel nostro dialetto. Anche gli adulti vanno in giro di casa in casa ma non si travestono.
Le celebrazioni si concludono il 6 di gennaio perché è il “giorno della croce”. Viene buttata una croce sul fiume e i ragazzi si tuffano per recuperarla: chi la tocca per primo avrà una vita prosperosa durante l’anno. Questa liturgia è collegata con il battesimo di Gesù».